Ricordiamoci sempre che il gioco è l’avventura più importante dell’infanzia, che il calcio prima di chiamarsi calcio si chiama gioco calcio, di conseguenza non chiediamo ai ragazzi una prestazione ma bensì di divertirsi imparando. Ma imparando cosa? Quello che credo siano i nostri obiettivi nei primi calci, dai 5 ai 7 anni, siano:
- L’autonomia del bambino nel vestirsi e nel prepararsi (allacciare le scarpe o mettere a posto il materiale)
- l’aspetto motorio cioè una buona coordinazione e iniziare a saper gestire il proprio corpo nello spazio.
- saper relazionarsi ai compagni e agli adulti in modo adeguato e rispettuoso (vero anche per l’adulto nei confronti del bambino)
- l’avvicinamento ai gesti tecnici attraverso giochi non finalizzato all’apprendimento del gesto ma del divertirsi in compagnia.
Il nostro approccio è ludico, convinto che partendo dal linguaggio del bambino che è il gioco, riusciamo ad incrementare la motivazione. Senza motivazione non c’è apprendimento. I primi anni della scuola calcio sono come i primi passi del bambino fondamentale perciò deve sentirsi accolto e competente, il mister o educatore che siamo deve avere la sensibilità di adattare le richieste alle capacità sia del gruppo che del singolo bambino. Anche il nostro approccio al bambino varia secondo la personalità del bambino, come diceva lo sociologo Mia Couto “ogni uomo è una razza”.
I nostri esercizi cambiano poco per il semplice motivo che importante per il bambino capire bene il gioco/esercizio, importanza delle routine che rassicurano, e all’interno di uno stesso gioco secondo come lo interpretiamo possiamo raggiungere più obiettivi. I tornei sono per noi delle opportunità di osservare il bambino nella situazione di gioco e valutare i nostri allenamenti, ci consentono di capire meglio il livello di apprendimento del bambino in una situazione meno protetta.
Il torneo dei Solteri è stato per me un esperienza penso positiva. Il gruppo è rimasto compatto in e fuori campo, e ha saputo dimostrare entusiasmo, che i raggazi hanno condiviso ed espresso: è un gruppo che nasce. Hanno accettato i vari risultati con lo stesso approccio non tenendo conto del risultato ma della loro partecipazione. Come diceva un ragazzo “mi sono piaciute le partite perché abbiamo giocato tanto” oppure “mi piaceva quando il mister mi batteva cinque mentre uscivo”. Per i ragazzi non prevale il risultato ma la partecipazione ed il riconoscimento del Mister qualsiasi “la loro prestazione” mettendo in rilievo l’impegno.
In ogni partita hanno fatto molti passaggi e dato soluzione a chi portava palla e questo è un ottimo punto di partenza dimostrando, sorprendendoci, che se riscontravano un ostacolo di cercare una soluzione anche tornando indiettro e cambiando fascia. Hanno segnato più goal che ne hanno preso e tanti goal sono stati segnati da sei giocatori diversi dimostrando di avere un principio gioco di squadra.
Tutto ciò è un inizio e come ciò va confermato ed interiorizzato con i tempi giusti dell’apprendimento dell’età e della maturita delle stagioni calcistiche ovviamente. Chiuderò on le parole dello psicoanalista infantile D.W. Winnicott: “Per controllare ciò che è al di fuori, uno deve fare le cose, non semplicemente pensare o desiderare di farle, e fare le cose richiede tempo. Giocare vuole dire fare.”
Inoltre nella collaborazione con l’Audace si è svolto un Torneo “Primi Calci” con i cuginetti il sabato 31ottobre a Caldonazzo. Tra l’Audace e i nostri eranno ben presenti 4 squadre loro e 6 nostre da 3 e/o 4 giocatori. Si sono svolte 3 partite per ogni squadra da 20 minuti, dalle 10.00 alle 12.00.
Che cosa dire?
Mattinata piena di Vita, movimento, emozioni, gioco e sorrisi contagiosi ..
Ambiente allegro dove i bambini si sono divertiti senza distinzioni o rivalità personali imparando a muoversi ed a confrontarsi.
Bellissimo vedere i più piccini correre dietro al pallone per puro divertimento e i più grandicelli con la voglia e l’entusiasmo di riuscire a fare “Gol”. Ancora più bello vedere le tante smorfie sui loro volti del gol mancato o gli abbracci per aver segnato.
Alla fine rigore per tutti e applausi ai nostri piccoli protagonisti. Naturalmente l’apprezzamento più grande va tutti i bambini che hanno partecipato e al loro impegno.
Yann, Simone, Giovanni, Jammal e Stefania