Questa settimana, anziché conoscere meglio un giocatore della prima squadra, abbiamo deciso di puntare i riflettore su Marco Corraini (nella foto), mister della formazione Allievi Elite che hanno dominato il girone di qualificazione. Un risultato frutto dell’ottima collaborazione instaurata nell’estate con il Borgo e le Società limitrofe, come dimostra anche la qualificazione raggiunta dei Giovanissimi Elite del Borgo. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile dell’Arco per poi approdare a Trento nella Juniores Nazionale e serie D, Marco è stato poi costretto a dire addio al calcio giocato per un grave infortunio ad un ginocchio. Nonostante la sua giovane età (classe 1991 e tifoso della Roma), Marco ha intrapreso la strada di allenatore e dopo sette anni nel settore giovanile dell’Arco è sbarcato sulle rive del lago di Levico Terme.
Mister è stato senza dubbio un girone di qualificazione ricco di soddisfazioni per te e per la tua squadra. Qual è il segreto di quest’ottimo percorso fin qua svolto?
“Credo che non sia una questione di segreti ma di lavoro sul campo e dedizione da parte dei giocatori. Penso che il lavoro, se fatto in maniera ottimale, paghi sempre e i ragazzi sono stati rapidi a capire ed accettare il nuovo stile degli allenamenti e del gioco che voglio imprimere. Ma il vero segreto, se così si può definire, è quella voglia di voler prevalere sugli avversari sotto l’aspetto del gioco e di conseguenza, se si gioca bene, il più delle volte si vince.”
Nove vittorie, un pareggio e nessuna sconfitta. 27 reti segnate e solo 5 subite. Te lo saresti aspettato ad inizio stagione?
“Sinceramente no! Pensavo di affrontare più difficoltà dal punto di vista dell’integrazione dei ragazzi (anche perché sono frutto di una collaborazione tra varie società). I risultati sono dalla nostra parte ma il bello viene adesso nel girone unico elitè dove ci saranno sicuramente squadre più consolidate di noi e dove i ragazzi giocano assieme da anni ma credo che l’aspetto agonistico che hanno questi ragazzi lo abbiano in pochi e di conseguenza ci sarà sicuramente da divertirsi.”
Ora partirà la seconda fase della stagione. Un girone unico che vedrà le formazioni qualificatesi sfidarsi in un interessante raggruppamento sulla carta davvero impegnativo. Cosa ti aspetti da queste sfide?
“Da queste sfide mi aspetto prima di tutto una crescita da parte dei ragazzi sotto l’aspetto del ritmo e della qualità tecnica, ma sinceramente mi aspetto più di tutto una crescita mentale, perché si sa, che la testa, aiuta a fare molte cose nel calcio, soprattutto in un settore giovanile. Ripeto ci sono squadre che ambiscono alla vittoria finale come Trento e Arco, ma noi siamo li a disturbare la corsa di entrambe e se nelle prime partite usciremo con dei risultati positivi dopo ci sarà sicuramente da divertirsi.”
Quali sono gli aspetti positivi visti in questo avvio di campionato e dove bisogna migliorare?
“Sono stati diversi gli aspetti positivi. Sicuramente una crescita sotto l’aspetto del gioco e un integrazione da parte di tutti, ma anche la voglia di emergere di ogni singolo giocatore e di mettermi in difficoltà nelle scelte e questo fa crescere un gruppo. Gli aspetti da migliorare sono sempre di più che gli aspetti positivi per me (…sono un perfezionista!), quindi devo dire che dal punto di vista tecnico e individuale c’è da crescere ancora molto e nell’aspetto offensivo dobbiamo ancora trovare una coesione tale da sfruttare al meglio le nostre caratteristiche quindi velocità e di attacco della profondità.”
Il tuo allenamento settimanale come viene organizzato?
“L’allenamento viene cosi strutturato: martedì si discute della partita della domenica precedente, poi lavoro aerobico e aspetto tecnico situazionale per poi finire con partita a tema. Mercoledì si parte con un lavoro di forza con il Prof. A seguire si lavora sull’aspetto tecnico/individuale e poi inserisco giochi di posizione. Giovedì lavoro tecnico/tattico per finire con il venerdì che si fa tattica pura, concludendo con palle inattive e varie situazioni di gioco.”
Perchè hai scelto Levico Terme?
“Ho scelto di venire a Levico Terme perché dopo un colloquio con Melone che mi ha illustrato il progetto di questa collaborazione mi sono fatto attrarre da questa nuova sfida, anche se lasciare Arco (che reputo uno dei migliori settori giovanili in Trentino) non è stato affatto semplice. Dopo penso che essere a contatto con gente come Morabito, Melone, Valter Vio, mister Vitali (che reputo bravissimo) e poter scambiare opinioni seguendo poi gli allenamenti della prima squadra tutti i giorni, mi faccia crescere in maniera esponenziale e quindi anche questo è stato un motivo della mia decisione.”
Per essere un bravo allenatore bisogna…
“Per essere un bravo allenatore di settore giovanile bisogna ricordarsi che anche noi siamo stati ragazzi e quindi capire le esigenze e soprattutto capire le personalità di ogni singolo giocatore e da li sfruttarle al meglio.”
Cosa ti piace dell´essere allenatore?
“MI piace poter essere a contatto ogni giorno con i ragazzi vedere il cambiamento da inizio e fine stagione.”
Passiamo ai tuoi ragazzi, descrivici la tua squadra…
“La mia squadra la definisco fisica e sotto l’aspetto agonistico molto affiatata, ma anche tecnica e capace di attendere il momento giusto per colpire. Non saremo mai la squadra che fa 10 goal in una partita perché per me valgono di più 100 passaggi positivi nella metà campo avversaria che 10 goal.”
L´aspetto più importante che pretendi da loro?
“Quello che viene prima di tutto per me, ed è una mia costante ovunque alleno, è il rispetto prima di tutto tra i compagni, verso tutti i dirigenti e del materiale. Non deve capitare che i miei giocatori non salutino il magazziniere o il dirigente che porta la muta; devono capire, e ci stiamo riuscendo, che se loro possono giocare a calcio non è merito mio ma è merito di tutte quelle persone che con enormi sacrifici danno una mano: da chi sta dietro ad una scrivania, a chi pulisce spogliatoi e mute.”
Al di là del risultato, cosa vuoi sempre vedere in campo?
“In campo voglio vedere sempre una squadra che punta a prevalere sull’avversario sotto l’aspetto del gioco e anche se si dovesse vincere senza quello, non essere soddisfatti della prestazione, per me dovrebbe essere cosi in tutti i settori giovanili.”