Yann, come si sviluppano gli allenamenti del nostro settore giovanile in questo periodo?
“In questo momento viviamo una realtà inedita e “irreale” che provoca un sentimento di insicurezza e incertezza. Il virus, come tutti gli ospiti inattesi, quando arriva cambia gli equilibri, facendo nascere anche nuove opportunità, a volte obbligate. Con molta attenzione e maggiore programmazione stiamo proseguendo i nostri allenamenti individuali ovviamente come richiesto dalle normative anti-contagio. In questo periodo è fondamentale: essere molto preparati, maggiore formazione per gli allenatori, confronto e ricerca all’interno del gruppo dei nostri mister per adattare gli allenamenti al contesto Covid senza perdere di vista quello che sono i nostri principi di gioco per le varie categorie. E’ una sfida che, per me, va raccolta”.
Quant’è importante che i ragazzi continuino ad allenarsi?
“L’agire, il muoversi, è segno di esistenza, ci fa sentire vivi. L’attività sportiva ci consente di essere in relazione. Senza la relazione la persona è rinchiusa in se stessa e lasciata al proprio malessere. Dobbiamo consentire ai nostri ragazzi questa condizione favorevole di potersi sfogare e divertirsi, di buttare fuori le loro ansie ed energia, attraverso delle attività sportive adeguate al periodo Covid. I ragazzi attraverso lo sport conquistano e mantengono un senso di benessere ma anche la salute. Mantenere i bisogni individuali dei nostri giovani calciatori è fondamentale, più che mai in questo periodo di grande incertezza”.
Sport giovanile e Covid possono coesistere?
“Perché sussista un rapporto di compresenza le sedute di allenamento vanno svolte con tutte le misure del caso: arrivare con la mascherina, distanziamento, allegato B, detergente per le mani, misurazione della temperatura, pulizia del materiale con soluzione alcolica a fine allenamento. In tutto ciò è fondamentale il supporto delle famiglie nel sensibilizzare i ragazzi a rispettare tutte queste norme. Serve da parte degli allenatori una grande capacità di adattamento e di creatività nella preparazione degli allenamenti, grande attenzione al rispetto delle misure anti-contagio. Richiede anche molta disponibilità visto che i campi di gioco vanno preparati per fare in modo che i ragazzi mantengano le distanze tra di loro. Bisogna arrivare prima al campo per la preparazione dell’allenamento e terminare non più tardi della sanificazione del materiale. I nostri accompagnatori in questo periodo sono anche loro più coinvolti. Più che mai siamo una palestra di vita. Inculcando ai ragazzi le regole anti–Covid ci consentirà di proseguire le nostre attività e relazioni quotidiane”.
Due parole sul nostro settore giovanile.
Piacere ed impegno costante. Mi spiego meglio…
“Di anno in anno il nostro progetto prende forma, integrando degli allenatori che rientrano per le loro caratteristiche ed approccio nel nostro progetto, creando così un gruppo unito e coeso pronto a confrontarsi per un unico obiettivo. I numeri dei ragazzi della scuola calcio stanno raddoppiando. Quest’anno abbiamo quasi 30 Piccoli Amici e, nonostante il periodo che stiamo vivendo, è un grande traguardo. Fare formazione richiede tempo ma questo è il nostro “Punto di forza”: dare le massime opportunità ai singoli ragazzi per esprimersi al meglio delle loro competenze. Indispensabile è avere presente cosa vuole dire formare/educare per tutto il nostro team. Tenere sempre d’occhio il concetto di valore; questo per noi vale dentro e fuori campo. Fondamentale avere una metodologia condivisa tra noi. Cerchiamo di partiamo dalla persona per arrivare al collettivo, perciò non esiste una programmazione annuale ma ci viene dettata settimanalmente da ciò che osserviamo. Bisogna infatti partire da un principio di realtà, di quanto acquisiscono i ragazzi in partita e non solo. Si basa sulla crescita emozionale e calcistica del ragazzo. I nostri allenatori devono osservare i ragazzi durante le partite ed allenamenti per trovare il giusto ed efficace equilibrio nelle proposte didattiche, principalmente in situazione reale di gioco. L’essenziale per noi non è solo fare ma sapere e far sapere dove vogliamo andare”.
Yann Bertholom – Responsabile delle attività base