Nome: Giulio
Cognome: Cetrangolo
Soprannome: Il Cetra
Luogo e data di nascita: Isernia 12-01-1997
Altezza: 192cm
Peso: 88kg
Ruolo: portiere
…ma in realtà volevi fare? In realtà, come spesso succede, mi sono trovato in porta quasi per sbaglio. L’importante era stare con gli amici, ma poi mi è piaciuto!
Piede: destro
Titolo di studio: neo laureato in scienze motorie e del benessere alla Parthenope di Napoli.
Squadra del cuore: Napoli e Reggina, anche se da piccolo stravedevo per il Milan.
Giocatore Preferito: come portiere attualmente direi Ter Stegen, giocatore di movimento Mbappé.
Chi vince il campionato di serie A? Spero il Napoli!
Giocatore più forte con cui hai giocato: Giovanni Di Lorenzo e Davide Di Michele.
Allenatore più bravo che hai avuto: sicuramente non ho mai avuto un grande feeling con gli allenatori, ma sicuramente due persone che mi hanno dato molto sono mister Alessio Del Piano e mister Mancuso.
Migliore preparatore che hai avuto: come preparatore ho avuto la fortuna di lavorare con ottimi allenatori e più o meno ho avuto un buon rapporto con tutti. Se proprio devo fare qualche nome, mi hanno dato tanto oltre che da un punto di vista atletico anche da un punto di vista umano, Giorgio Rocca, Dario Caglioni e Amedeo Petrazzuolo e ultimo ma non per importanza Antonino Liuzzo (mio primo allenatore della Reggina).
Tre aggettivi per descrivere Stefano Mura, tuo attuale preparatore: Mister Mura è una persona eccezionale. I tre aggettivi che lo contraddistinguono di più sono: disponibile, preparato e umile. Un mix per essere oltre che una grande persona anche un ottimo preparatore.
Migliore stagione giocata? Sicuramente dopo i buoni anni fatti in Calabria alla Reggina, ho avuto delle stagioni altalenanti, credo di aver fatto abbastanza bene negli ultimi anni con le maglie di Senglea, Valdiano, Buccino e Atletico Azzurra Colli.
Peggior stagione giocata? La stagione più deludente è sicuramente quando mi sono diviso tra Vibonese e Nocerina dove ho avuto pochissimo spazio per giocare. Ci tengo a precisare che la parentesi a Vibo Valentia è stata positiva perché ho potuto lavorare in una società spettacolare dove gli allora presidenti Caffo e Beccaria e tutto lo staff non facevano mancare niente ai tesserati, la delusione è solo nel non aver avuto l’occasione di giocare.
La parata più bella che hai fatto? Una delle parate più belle che ho fatto è sicuramente sulla conclusione di Carlos Franca in un Monza-Lecco vinto poi per 3 a 2, ma anche un intervento su un bel colpo di testa in un Igea Virtus-Messina vinto 3-0.
In che squadra hai iniziato a dare i primi calci ad un pallone? I primi calci al pallone sono stati alla squadra del mio paese, Calvizzano Calcio, in provincia di Napoli, a 13 anni sono passato poi alla Reggina dove ho fatto tutta la trafila dal settore giovanile alla Prima Squadra.
Squadre in cui hai giocato. Dopo Calvizzano e i 5 anni alla Reggina, mi sono trasferito al Monza in Serie D. L’anno successivo mi sono diviso tra Vibonese in C e Nocerina in D; nell’ estate 2017 sono andato al Senglea Athletic nella Premier League maltese. Nella stagione successiva sono tornato in Italia e mi sono diviso tra Igea Virtus In serie D nella prima parte di stagione e Valdiano (squadra di Eccellenza campana) nella seconda parte. Lo scorso anno ho iniziato con il Buccino Volcei per poi trasferirmi nelle Marche con l’Atletico Azzurra Colli (entrambe Società di Eccellenza).
Il tuo ultimo rigore parato? Il mio ultimo rigore parato è stato qualche mese fa nella partita di ritorno di Coppa Italia contro il Comano, giocata in notturna. E’ stata una partita molto tesa soprattutto nel finale dove loro si stavano riversando in avanti insistentemente per cercare la qualificazione. L’arbitro, in un’azione anche abbastanza dubbia, ha concesso un calcio di rigore. Ho cercato di rimanere in piedi fino all’ultimo e sono stato fortunato perché l’attaccante mi ha praticamente centrato (ahahahha). A parte scherzi parare un rigore è sempre una soddisfazione, ma non è mai solo merito del portiere o demerito dell’attaccante, comunque mi auguro che non sia l’ultimo con la maglia del Levico Terme.
Bevanda preferita? Una bella fanta ghiacciata.
Piatto preferito? Ci vorrebbe un articolo solo per questo, ma se proprio devo sceglierne uno, scelgo la PIZZA FRITTA (cicoli, ricotta e pepe).
L’ultimo libro che hai letto? Purtroppo non leggo molto. L’ultimo libro che ho letto è il mio libro universitario che tratta di obesità e magrezza.
Sogno nel cassetto? Il mio sogno nel cassetto nel breve termine è vincere il campionato con il Levico Terme, perché è una Società sopra le righe per professionalità e preparazione. Nel lungo termine spero di potermi rilanciare nel calcio che conta, perché ho sprecato troppe opportunità per colpa della poca professionalità del ragazzo che ero e spero di avere ancora un’ultima possibilità per dimostrare di essere maturato come uomo prima e come calciatore poi.
Inevitabile non parlare della scomparsa di Diego Armando Maradona. Come stai vivendo questo triste momento essendo napoletano? Purtroppo è stato un fulmine a ciel sereno. Maradona è il calcio e incarnava perfettamente la mentalità e l’anima di Napoli. Da tifoso, ma potrei dire da sportivo in generale, è la perdita di un dio. Diego era la massima espressione del calcio, del carisma ma anche della sregolatezza. Insomma Maradona è unico e solo. Napoli lo piangerà per sempre perché è stato e sarà per sempre un figlio adottivo di questa città.
TOP11 – Metti in campo i migliori giocatori con cui hai giocato nella tua carriera
La mia top 11 è una squadra che, a mio avviso, in Serie B, farebbe la sua “sporca” figura….ahahhahaahahaha.
Con il numero 1: Adam Kovacsik, attualmente portiere del MOL FEHERVAR squadra militante nella massima serie ungherese, portiere che ho prima ammirato quando facevo il raccattapalle nei miei primi anni alla Reggina e poi ho avuto la fortuna di dividere lo spogliatoio per un anno in Lega Pro sempre con la reggina. PROFESSIONISTA, AMICO, ESEMPIO.
Con il numero 2: Giovanni Di Lorenzo, sicuramente il più famoso della Top11 con il quale ho avuto la fortuna di condividere prima il convitto per anni e poi anche lo spogliatoio in Lega Pro con la Reggina. FORTE, FORTE, FORTE. UN TORO!
Sulla fascia opposta con il numero 3: Mauro Coppolaro (attualmente alla Virtus Entella) corsa e grinta, non molla mai, una sicurezza in campo, un fratello fuori. Nient’altro da aggiungere.
Centrali con le maglie numero 5 e 6: Pawel Bochniewicz e Sergio Uyi. Il primo polacco di 196 centimetri con il quale ho fatto le giovanili alla Reggina. Poi è passato all’Udinese girando successivamente mezza Europa; ora è addirittura in Nazionale maggiore polacca. Passiamo a Uyi. Mio compagno nell’esperienza maltese ma di nazionalità italiana, alto 198 centmentri; praticamente un armadio a 4 ante ahahhaha.
…e con loro 4 la difesa è blindata!!!
I due mediani sono stati la scelta più ardua.
Con il numero 4: Mati Garcia, classe 96 argentino. Mio compagno nell’esperienza maltese; quantità e qualità. L’anno scorso vincitore del campionato maltese con il Floriana del quale è un punto fermo.
Con il numero 8: Mattia Maita. Forte centrocampista, classe 94 scuola Reggina, ora in forza al Bari. QUALITA’!
Il trio di trequartisti è tutto fantasia e dribbling.
Con il numero 7: Roberto Insigne, ora al Benevento, ma protagonista di una grande stagione in C con la reggina. Persona splendida, solare e disponibile, oltre alle qualità come calciatore che sono più che note.
Con il numero 10: David Di Michele. Credo che non abbia bisogno di presentazioni. Punto di riferimento dello spogliatoio per tutti, grandi e piccolini, umile come pochi.
Con il numero 11 Andrea (Ciccio) D’Errico. Non si sa cosa ci faceva in Serie D. Infatti è l’unico superstite nel Monza dopo la cavalcata dalla Serie D alla B. Fantasia e un destro devastante. SOTTOVALUTATO!
Con il numero 9: Andrea Saraniti. Capitano alla Vibonese nell’anno della sua consacrazione in serie C, categoria che ha vinto già due volte con Lecce e Vicenza. Quest’anno in forza al Palermo. Persona eccezionale, sensibile e disponibile. Uomo e amico vero.